Come nasce Fabio Mignacca professionalmente?

Non è stato un colpo di fulmine.
Non so esattamente come nasca una passione ma, come in amore, un primo incontro fortuito, poi un secondo, forse anch’esso fortuito, poi un terzo. Il terzo non è mai casuale. Appartiene alla volontà, alla necessità. Ma senza certezze. Poi prende una forma sempre più definita.
Così nasce la mia passione per l’interior, per il design.
Non so, forse un Casabella d’annata, un Domus, il primo salone del mobile.
Ero proiettato verso l’Architettura, (si, proprio quella con la A maiuscola) ma poi mi ritrovavo a perdermi nei dettagli di un cassetto di una cucina, dell’ombra su un muro. Osservavo più l’interno dell’esterno, forse perchè da giovane sovrappeso non mi piacevo. Preferivo, o forse ero obbligato, a concentrarmi non sul primo impatto ma sulla necessità di entrare e scavare.

Qual è il tuo modo di progettare, le tue ispirazioni?

Non sempre gli studi mi hanno restituito appieno lo sforzo profuso. Era necessario integrare.
Passavo ore davanti ad un progetto pubblicato su qualche rivista più o meno degna. Creavo un modello tridimensionale nella testa ‘camminandoci’ all’interno, cercando il motivo di quel muro, di quella lampada. Cercavo il motivo delle scelte.
Scartavo, eleggevo, criticavo, mi entusiasmavo. Si, mi appassionavo.
Poi i primi progetti, i tanti errori ma anche i primi successi. Notavo che la mia soluzione era quella cercata e così i prodotti selezionati.
Perchè allora non aprire un negozio con le mie scelte? Un luogo piccolo ma pieno di idee miei e delle tante aziende meravigliose.
Così il primo negozio, poi un secondo, più grande, più bello e in posizione giusta.
Poi il primo negozio in centro a Bologna, nell’ex ghetto ebraico, nella zona che più mi piaceva percorrere per evitare le vie affollate. Così nasce la collaborazione con quel genio di Davide Groppi (spazio esperienze).
Non abbandono la sede di Via Montefiorino che nel frattempo si affolla di Carl Hansen, Agape, Zeus, Fantini, Cea. Lo spazio è piccolo. e troppe idee e troppe cose da mostrare.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Nascerà a settembre il terzo spazio, dedicato all’arredo, sulla rotonda stadio.
Ci si evolve, si cambiano alcuni marchi, altri rimangono intoccabili, si cerca quello che altri non hanno.
Si completa con una selezione di finiture di interni, infissi di design passando da arredi su disegno a quelli industriali ma sempre con un’attenzione per il disegno del dettaglio.
Una grande parentesi, poi è il cantiere. Difficile. Molto difficile. Anche qui errori e successi.
Ma tanto insegnamento. Che custodisco.
I miei piani sono di migliorarmi come uomo e immagino questo ricada sul lavoro.